IL RIGHELLO GIAPPONESE E LA MOULAGE FRANCESE: PRECISIONE, POESIA E GESTO
- Francys Saleh
- 23 ott
- Tempo di lettura: 3 min

Tra gli strumenti che abitano gli atelier di moda, pochi rappresentano così bene l’incontro tra tecnica e sensibilità quanto il righello giapponese, conosciuto anche come righello flessibile. Col tempo, è passato dall’essere un oggetto raro nelle mercerie di cucito creativo a una presenza costante nei kit di modellisti e moulagisti.
Le sue origini risalgono alle tecniche di quilting e patchwork, dove questi righelli venivano utilizzati per allineare, tracciare e ripetere motivi con precisione. Negli atelier di quilt, l’esattezza della linea era importante quanto la delicatezza del punto.
È importante contestualizzarlo nella storia, poiché nei libri classici di cucito e modellistica non troviamo riferimenti diretti a questo strumento. Tuttavia, nel mondo del patchwork, con l’avanzare delle tecniche di taglio rotativo, i righelli acrilici graduati hanno iniziato a diffondersi ampiamente tra le quilter e le sarte a partire dagli anni Ottanta.
Negli anni Novanta sono stati incorporati anche nella sartoria e nella modellistica, diventando indispensabili negli anni Duemila, soprattutto con la diffusione dei metodi di precisione e delle tecniche di ruler work (quando il righello guida il tracciato della cucitura).
Marchi tradizionali come Bohin France hanno accompagnato questa transizione, includendo i righelli flessibili nel loro portafoglio di strumenti. In passato trovare un righello giapponese era quasi una caccia al tesoro; oggi condivide lo spazio con i righelli classici sugli scaffali da cucito, occupando il posto che gli spetta da sempre: quello di strumento essenziale per chi disegna con le mani, con lo sguardo e con il tessuto.
Nella moulage, il suo ruolo è ancora più importante. Il righello giapponese viene utilizzato in diverse fasi: nella preparazione della tela, durante l’esecuzione del modello sul manichino, nella pianificazione e anche nella gradazione.
Diversamente dai righelli rigidi e lineari, il righello giapponese di Bohin è flessibile e può essere modellato in qualsiasi direzione. Questa caratteristica permette di tracciare linee organiche che seguono le curve del corpo con naturalezza e fedeltà.
Viene usato in tutte le fasi — dall’inizio alla fine —, come nella preparazione della tela, quando il modellista segna le linee di riferimento: centro davanti, linea del busto, vita e fianchi. Una volta adattato al manichino, il righello si modella sul volume esatto, ideale per definire scollature e giromanica. Quando la toile viene aperta sul piano, aiuta a correggere le pince e a regolare le proporzioni; e, infine, durante il passaggio al cartamodello e alla gradazione, garantisce che ogni curva mantenga l’armonia del tracciato originale.
Fondata nel 1833 in Normandia, Bohin France è una delle poche marche che ancora producono strumenti di cucito e modellistica con uno standard artigianale. I suoi aghi, spilli, forbici e righelli sono riconosciuti per la loro durata e precisione. Il righello giapponese riflette lo stesso spirito: tecnologia e tradizione in dialogo costante. Ispirato agli strumenti di modellistica utilizzati nelle scuole di design giapponesi, è stato adattato al contesto europeo dalla stessa Bohin, diventando un riferimento nelle scuole di moda e negli atelier di moulage di tutto il mondo.
L’USO DEL RIGHELLO GIAPPONESE NELLA MOULAGE FRANCESE
Più che uno strumento tecnico, il righello giapponese è un’estensione dello sguardo e della sensibilità del modellista. Traduce in linee ciò che le mani percepiscono nel tessuto. È, allo stesso tempo, preciso e intuitivo, pratico e poetico, come l’haute couture stessa.
Ogni lunedì c’è un nuovo post qui sul blog dedicato alla Moulage Francese, sempre con storie, tecniche e ispirazioni dagli atelier. Continuiamo questa conversazione sul mio profilo Instagram: raccontami nei commenti se questo righello fa già parte del tuo kit da modellista.
Un bacio e al prossimo post!



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